Come aiutare i bambini ad accettare i fallimenti

Spesso i bambini non vogliono accettare i fallimenti, di perdere o sbagliare.

Come aiutarli?

Non ho fallito. Ho solamente provato 10.000 metodi che non hanno funzionato.
(Thomas Alva Edison)

Scrivo questo articolo in periodo di Pasqua.

Nei giorni di ‘vacanza’ (le virgolette sono d’obbligo 😝 ) vi è capitato di giocare con i vostri bimbi a qualche gioco in scatola? (Noi ci siamo cimentati in un gioco che simula una escape room, e per combinazione l’avventura che abbiamo aperto riguardava la diffusione di un virus! Almeno nel gioco, lo abbiamo sconfitto 🤩 ) 

Capita spesso, giocando con i bambini, di lasciarli vincere, o comunque di accorgersi che fanno molta fatica a perdere…ma quanto è giusto assecondarli, per non farli innervosire, e quanto è giusto invece aiutarli ad accettare che si perde?

Tips:

Se parliamo di falimento e vergogna, dobbiamo per forza nominare i disturbi narcisistici e di ansia, perchè presuppongono entrambi che ci sia un modello a cui rifarsi, a cui assomigliare
e a cui tenere fede. Il problema è che una ‘foto’ a cui doversi comparare è qualcosa di statico, e la realtà non sarà mai esattamente identica, il che ci genererà ansia o vergogna; oltretutto a volte il modello viene costruito su premesse poco realistiche ( es ispirarsi a persone calme avendo un temperamento esplosivo..):  è importante cercare di avere dei valori di riferimento,  ma è importante anche che i valori siano intonati alla propria indole.

Come possiamo quindi aiutare i nostri bambini ad accettare la sconfitta?

Insegnare con l’esempio:  questo è un suggerimento molto importante,  perché noi a volte a parole diciamo ai bambini che sbagliare è ok, ma nei fatti noi cerchiamo di avere il controllo di tutto e di non sbagliare mai, e questa cosa è incongruente. Se non facciamo amicizia per primi noi con l’errore, la sconfitta, il fallimento, sarà difficile trasmettere il giusto mindset ai nostri bambini. 

Non concentrarsi sulla prestazione e sul risultato ma sempre sul processo:  ad esempio,  è andato male un compito? Invitiamo a capire cosa sia successo, a ripercorrere le strade che hanno portato a quel risultato…a volte anche solo ripercorrendo a ritroso gli step, si riescono ad individuare gli errori e ad auto-correggersi, e ciò ha una ricaduta molto positiva sull’autostima! (A proposito di autostima, guarda il mio videocorso gratuito!)

Abituarsi a decentrare i punti di vista: non ci siamo solo noi! A volte perdiamo perché gli altri vincono…è giusto anche così, che gli altri siano a volte soddisfatti per delle loro vittorie, quando si gioca si vince e si perde. Certo c’è il disappunto, si può esprimere rabbia, esprimere frustrazione, ma in quella situazione ci si può stare, soggiornare, non dobbiamo subito scacciarla o distrarci o cercare una rivalsa immediata.

Coltivare l’attitudine all’autoironia e alla ‘defusione’:  possiamo adottare un atteggiamento leggero, sorvolare su alcune cose senza prenderle come cartina di tornasole di tutto il nostro essere…un errore non ci definisce,  il fatto che a volte sbagliamo non ci definisce,  non identifichiamoci al 100% col nostro comportamento o pensiero…noi siamo persone e come tutti sbagliamo, facciamo giusto, abbiamo pensieri alti, a volte abbiamo pensieri decisamente meno alti..a volte in alcune cose che ci piacciono entriamo in uno stato di flow e diamo il massimo, altre volte invece questa cosa non ci riesce. E’ normale che sia così.

Curiosità:

A proposito di sconfitta….Lo sapevate che il mitico Napoleone fu sconfitto e costretto a fuggire da…un gruppo di CONIGLI? 

Nel 1807, per celebrare il trattato di Tilsit, Napoleone Bonaparte organizzò una caccia imperiale: per l’occasione vennero acquistati centinaia di conigli selvatici. Al momento del via all’evento, accadde un fatto molto bizzarro: Napoleone, pronto a sparare il colpo di inizio, venne letteralmente assalito dai conigli, che  si unirono in gruppo e corsero verso di lui. L’imperatore, dapprima divertito, iniziò a cercare di scacciarli col frustino, ma iniziarono a  mordergli le caviglie e arrampicandosi sul suo corpo…provò a sparare alcuni colpi di fucile ma niente, gli animaletti continuavano a non allontanarsi…alla fine spaventato, corse via, scappando in carrozza con i suoi uomini.

Come vedete, nessuno è esente dal fallimento😉

Per approfondire:

Binanti, L. (2005). Sbagliando s’ impara. Una rivalutazione dell’errore. Armando Editore.

Dweck, C. S. (2013). Mindset: cambiare forma mentis per raggiungere il successo. 

Dweck, C. S. (2000). Self-theories: Their role in motivation, personality, and development. Psychology press.FrancoAngeli.

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